N° 72
1.
Tampa,
Florida Elizabeth Mace ha avuto bisogno di tutta l’abilità di cui è dotata per seguire senza
farsi notare il gruppetto di cui fa parte Sam Wilson. Il suo istinto le dice
che c’è sotto qualcosa di losco. Deve essere così o non si spiega perché quando
si sono incontrati Sam ha fatto finta di non conoscerla.
La giovane donna osserva
attentamente i compagni di Sam: l’uomo di colore dal cranio rasato e la barba
ha un’aria da duro, di uno che sa quel che fa e di essere bravo nel farlo. Liz
ha già visto lo stesso atteggiamento in membri dei Navy SEALS e forse
quell’uomo ha avuto lo stesso tipo di addestramento. La donna accanto a lui è
un’orientale, cinese probabilmente, dai i lunghi capelli
neri agghindati in una treccia che ricade lungo la schiena. Indossa
una camicetta annodata all’altezza del seno e pantaloni aderenti. Ha
l’atteggiamento tipico di chi è abituata a comandare. Ha un’aria familiare: non
ha visto la sua foto da qualche parte? L’altra donna, una bianca dai capelli
castani, ha l’aria spaesata, come la manager di un’industria di reggiseni
capitata per caso ad una convention di stupratori. Gli altri hanno l’aria di
semplici guardie del corpo.
Stanno
salendo a bordo di un motoscafo diretti al largo e questo complica le cose.
Di
una sola cosa Liz è sicura: deve seguirli e deve farlo nei panni di Capitan
America. Troverà un modo.
Le
due donne non potrebbero essere più diverse: una è bionda, alta, sexy veste una
camicetta aderente che ha l’aria di essere troppo stretta per contenerne le
forme, un paio di attillatissimi pantaloni di pelle e stivaletti dai tacchi
vertiginosi. L’altra ha i capelli castani pettinati in una crocchia, occhiali e
l’aria da topo di biblioteca.
-Hai fatto un buon
lavoro Kat.- dice la bionda, il cui nome è Joy Mercado.
-Ne dubitavi,
forse?- replica, fredda, l’altra, che si chiama Kat Farrell.
-No…- ribatte Joy
forse troppo in fretta -Il tuo è un ottimo articolo e le fonti sembrano tutte
affidabili.-
-Le ho controllate
più volte e alla Narcotici sono sicuri: qualcuno dei dirigenti del Centro Ayers
ha coperto un traffico di droga.-
-Il che ci porta ad
una domanda interessante: a che gioco sta giocando Frank Raymond?-
Lotus Newmark guarda oltre
l’orizzonte, immersa in chissà quali pensieri, mentre il motoscafo viaggia
verso il largo e quasi non sente l’uomo che si avvicina alle sue spalle… quasi…
perché non è facile prenderla di sorpresa. La sua scaltrezza è una delle doti
che l’hanno resa il capo criminale più potente della Costa Occidentale. È fuori
dal suo territorio adesso ma non meno pericolosa.
-Calma.- le dice
Sam Wilson alzando le mani -Non ho intenzioni ostili.-
-Per ora… Snap.-
replica in lei -Più avanti chissà?-
-Chiamami Sam, se
non ti spiace. Snap appartiene ad un’altra vita.-
-Io ti chiamo come
mi pare… e che ti piaccia o meno quella vita è esistita e se tu non fossi
sparito e non ti fossi fatto venire stupidi scrupoli morali, oggi governeresti
il crimine a Los Angeles al mio fianco.-
-Mi stai dicendo
che è quello che avresti voluto?-
-Ti sto dicendo che
mi farai recuperare dieci milioni di dollari e che è la sola cosa che
m’importa.-
Davvero Lotus? Pensa Sam. O è solo
quello che anche tu vuoi credere? Lo sapremo presto.
2.
Franklin Mills è un militare
addestrato, un membro dei Navy SEALS un uomo per il cui addestramento il
Dipartimento della Difesa ha speso molti soldi aspettandosi un ritorno e
Franklin non li ha delusi almeno finché, in seguito ad una missione, i suoi
nervi cedettero. Lo Zio Sam non lo ha abbandonato e i migliori psicologi e
psichiatri della Marina hanno fatto del loro meglio per rimetterlo a posto e
finalmente lui è stato dichiarato idoneo a tornare in azione.
Ora, terminata una seduta di
allenamento, il Tenente di Marina Franklin Mills si prepara a tornare nel suo
alloggio. Non vorrebbe ma i suoi pensieri vanno ad una donna che ha
intensamente amato anni prima e che non gli è mai uscita dal cuore. Gli ha
detto brutalmente che non lo ama e contro ogni previsione quello schiaffo
psicologico gli ha dato la spinta per ritrovare se stesso. Se solo Liz Mace
sapesse…
Il suo cellulare vibra. Un incarico
così presto? Bene… cosa potrebbe esserci di meglio?
Una stramaledetta barca, pensa Liz
Mace, deve trovarne una ma poi come rintraccerà Sam Wilson? A quest’ora
potrebbe essere in una qualunque di quelle maledette isolette, le Keys, o anche
altrove. Un motoscafo come quello può raggiungere facilmente Cuba.
E chi erano quei tipi con lui? Ha
scattato loro delle foto e le ha passate in ogni database a cui i Vendicatori
hanno accesso ma senza alcun risultato finora… no, non è esatto, qualcosa è
appena saltato fuori: la donna asiatica si chiama Lotus Newmark ed è sospettata
di essere a capo delle attività criminali della Contea di Los Angeles e contee
vicine. Perché un pezzo grosso come lei è venuta in Florida e che c’entra Sam
Wilson in tutto questo?
Sam… deve raggiungerlo ma come?
Passandosi distrattamente la mano destra tra i capelli Liz si ricorda
improvvisamente che a ogni Vendicatore è stato impiantato un microchip
sottocutaneo per proteggerli da eventuali tentativi di possessione mentale o
lavaggio del cervello… ma può essere usato anche come un GPS. Tutto quel che le
serve è il codice di quello di Falcon e come Vendicatore in Servizio non ha
problemi ad ottenerlo e poi… Liz prende la sua valigetta e ne estrae lo scudo
bianco, rosso e blu… poi toccherà a Capitan America.
Definire grasso l’uomo sarebbe come
definire l’Everest una collinetta. Non porta la normale uniforme arancione dei
detenuti perché non ne esistono della sua misura e il Governo Federale non
intendeva sprecare soldi per fargliene fare una su misura. Schiacciato dal suo
stesso peso ha bisogno di essere portato con una specie di ampia sedia a
rotelle sino alla stanza dei colloqui dove lo attende il suo avvocato… o almeno
questo dicono i suoi documenti.
Nel vederlo entrare l’avvocato cerca
disperatamente di trattenere un moto di disgusto di fronte a quella massa
informe di grasso che risponde al nome di Ulysses X. Lugman, meglio noto negli
ambienti criminali del Golfo del Messico come Slug.
Slug ignora lo sguardo dell’uomo che
lavora per lui, non gli importa quello che la gente pensa di lui ma solo che
facciano quello che egli vuole.
I due parlano del processo che Slug
deve affrontare per spaccio di droga e altri delitti[1]
e poi passano ad altro.
-Solo ora mi sono ripreso
abbastanza dalla ferita infertami da Occhio di Falco. Quel dannato Arciere
poteva uccidermi.- sta dicendo Slug -Ma questo non m’interessa adesso… mi stavi
dicendo che Lotus Newmark è qui in Florida.-
-Si signore…- replica
il presunto avvocato -… è arrivata stamani a Tampa col suo aereo privato.-
-Quella puttana
cinese pensa di poter fare quello che vuole nel mio territorio solo perché sono
in prigione… forse pensa anche di poter prendere il mio posto. Bene imparerà che
non si scherza con me. La voglio morta e con lei chiunque l’accompagni.-
Il presunto avvocato si deterge il
sudore e ribatte:
-Se è quello che
vuole, signore, sarà fatto.-
3.
Dire di no a
Capitan America è praticamente impossibile ed è così che Liz Mace si ritrova su
un veloce motoscafo della Guardia Costiera mentre segue le indicazioni della
sua communicard tarata sulle coordinate del microchip di Falcon.
Stanno dirigendosi in mare aperto,
pensa Cap, ma perché? Cosa c’è lì di interessante? Aspetta… non c’era l’Isola
degli Esiliati da quelle parti? Uno dei primi rifugi del Teschio Rosso dopo il
suo ritorno. È stata occupata dallo S.H.I.E.L.D. anni fa. Non può essere lì che
sono diretti Lotus Newmark ed il suo gruppo ma allora dove?
Improvvisamente Liz ricorda una cosa
che ha letto nel file di Falcon e le viene un’idea. Forse ha capito e se le
cose stanno come pensa, non deve perdere tempo: la vita di Sam Wilson è appesa
ad un filo.
Mentre il motoscafo rallenta Sam Wilson dice:
-Penso che sia da
queste parti ma non saprei dire esattamente dove.-
-È qui che
intervengo io.- dice la donna dai capelli castani che Sam ha appreso chiamarsi
Janet Stein, manovrando un piccolo apparecchio -In effetti c’è un aereo qui
sotto, abbastanza grande e contiene delle casse e un cadavere. Ora vi do le
coordinate esatte.-
-Grazie Janet.- le
dice Lotus Newmark -Sapevo di poter fare affidamento sul tuo talento
scientifico. Ti sei guadagnata l’onorario promesso. Ora io e Snap scenderemo a
controllare.-
-Con tutto il rispetto,
Lotus…- le dice Geoffrey Wilder -… non la ritengo una buona idea. Non puoi
fidarti di lui, non è più Snap lo sai.-
Lotus sorride e replica:
-Lo so… ed è per
questo che verrai con noi e se Snap proverà a fare brutti scherzi tu lo
ucciderai. Quanto a te, Snap... o Sam come preferisci farti chiamare adesso,
sono certa che muori dalla voglia di vedere se la merce è ancora intatta dopo
tutti questi anni.-
Su questo ha proprio ragione, pensa
Sam.
La donna ha riconosciuto gli uomini
al molo: sgherri di Slug. Può anche essere finito in carcere ma ha ancora un
certo potere da quelle parti. Non stanno andando ad una gita turistica questo è
certo e lei vuole scoprire che intenzioni hanno.
Cecilia Cardinale immigrata cubana,
non può fare molto contro di loro ma la cosa è molto diversa per la supereroina
chiamata Poison, molto diversa davvero.
4.
Le due figure si si muovono con
scioltezza nelle acque limpide spingendosi sempre più in basso. Sam Wilson non può
fare a meno di ammirare la disinvoltura con cui Lotus Newmark nuota, come se
non fosse affatto preoccupata di avere lui accanto: un avversario che potrebbe
facilmente assalirla e strapparle il respiratore facendola annegare prima che
riesca a risalire in superficie. È davvero convinta che lui non lo farebbe mai
e naturalmente ha ragione. Anche senza Geoffrey Wilder alle loro spalle, lui
non tenterebbe mai nulla del genere.
Anche
ai tempi in cui era Snap, Sam non era comunque un assassino e lei lo sa, all’epoca
lo conosceva meglio di chiunque altro. Lotus era spietata e senza cuore già
allora, quando loro due erano partner nel crimine… e in altro… ed era anche
temeraria. Anche ora che è il boss del crimine dell’area di Los Angeles non
teme di sporcarsi le mani personalmente. Sì… Sam sente una punta di ammirazione
per lei ma questo non lo renderà più tenero se troverà l’occasione giusta per…
Un
gesto di Lotus interrompe il flusso dei suoi pensieri: hanno raggiunto l’aereo.
La carcassa è immersa nel fango e parzialmente ricoperta dalla vegetazione. Non
l’avrebbero mai individuata senza lo strumento di quella donna, Janet Stein, ma
ora è lì davanti a loro.
Sam
è scosso da un brivido. Quanto tempo è passato: 10, 11 anni? Ancora una volta
la sua vecchia vita viene a bussare alla sua porta. Cerca di non pensarci
mentre Lotus si avvicina al relitto e prova a scrostare un po’ di fango e
vegetazione. Senza stare a rifletterci troppo Sam la aiuta e Geoffrey si unisce
a loro. In breve sono in grado di entrare dal portellone sventrato. Sam guarda
verso l’abitacolo del pilota e reprime un altro brivido. Lotus punta verso la
stiva e lui e Wilder la seguono.
Le
casse sono intatte e, almeno apparentemente, l’acqua non si è infiltrata
all’interno. Lotus prova a sollevarne una ma è troppo pesante. Fa un cenno agli
altri due ed insieme riprendono la via della superficie.
Appena
le loro teste escono dall’acqua Lotus solleva la maschera e si sfila il
boccaglio subito imitata dagli altri.
-È… è stato
meraviglioso!- esclama -Bravo Snap.-
Con un movimento improvviso lo
attira a sé e lo bacia. Sam deve ammettere che non è affatto spiacevole.
28° Distretto di Polizia, Harlem. Il
Sergente Lou Snider guarda gli altri componenti della task force che indaga
sull’omicidio dell’ex Senatore Kamal Rakim: la detective della Squadra Omicidi
di Manhattan Stacy Dolan e l’Agente Speciale dell’F.B.I. James McElroy.
-Che ne pensate?-
chiede loro.
-Che la situazione
è più complicata di quel sembra.- risponde McElroy.
-Ovvero?-
-Abbiamo troppe
piste e nessun indizio concreto.- risponde il federale -Si tratta di un delitto
maturato negli ambienti estremisti neri o questo è solo ciò che vogliono farci
credere? È un caso che i Figli del Serpente siano ricomparsi proprio ora dopo
una lunga inattività attaccando obiettivi in Harlem in modo apparentemente
casuale? Non so… non mi convince.-
-Nemmeno a me.-
interviene Stacy –C’è qualcosa che ci sfugge, lo sento.-
-E allora
scopriamolo. Ho il fiato del Procuratore Distrettuale sul collo, se non
concludiamo in fretta, le cose potranno solo peggiorare.-
Come a rimarcare le sue parole si
sente un’esplosione poco lontano.
Un potente binocolo è puntato sulle
due figure che si stanno baciando a pelo d’acqua. Liz Mace, alias, Capitan
America è sconcertata: era sicura che Sam Wilson fosse prigioniero di quel
gruppetto, ma ora eccolo in apparente intimità con la donna che ne è a capo…
che è nientemeno che un boss criminale. Ci deve essere una spiegazione ma ora
che deve fare? Intervenire subito o aspettare?
-Che ci fai tu
qui?-
Cap si volta di scatto per trovarsi
davanti una donna in costume che fluttua a mezz’aria davanti a lei. A Miami ci
sono delle supereroine o questa è una supercriminale al servizio di Lotus
Newmark o qualche altro boss?
-Potrei fare la
stessa domanda a te.- ribatte Liz alzando lo scudo -Chi sei?-
-Mi chiamano
Poison.- replica la nuova venuta.
Veleno… un nome perfetto per una
supercriminale. Liz lancia il suo scudo contro di lei.
5.
Una volta risaliti a
bordo, Lotus dà secchi e precisi ai suoi sottoposti per il recupero delle
casse:
-Wilder … ti
occuperai tu della cosa. Avvertimi quando tutto il carico sarà stato
recuperato. Snap… tu vieni con me.-
-E se non volessi?-
ribatte Sam.
-Non ho mai detto
che hai scelta.-
Sam guarda verso gli scagnozzi di
Lotus che gli puntano contro le loro armi e sospira. Lotus si avvia verso la
sua cabina e Sam, rassegnato, la segue. Geoff Wilder, alle loro spalle, scuote
la testa e non dice nulla.
Una volta all’interno della cabina
Lotus comincia a sganciarsi il reggiseno del costume da bagno.
-Dammi una mano con
questo stupido affare.- intima a Sam.
-Non mi pare una
buona idea.- replica lui.
-Piantala di
discutere sempre e fallo.-
Sam fa un altro sospiro e sgancia il
reggiseno che cade a terra, poi Lotus si volta e lascia cadere anche gli slip.
-Beh…- dice con un
sogghigno -… quel che vedi è ancora di tuo gradimento?-.
-Lotus…-
Lei lo abbraccia e lo bacia ancora e
Sam suo malgrado reagisce.
-Per una volta che
ho un vero uomo a disposizione, non me lo farò scappare.- dice la criminale
-Certo… se preferisci che chiami Geoffrey e ti faccia sparare e poi gli dica di
far fuori anche la tua famiglia…-
-Credo di no.-
-Lo immaginavo… e
del resto… non è certo una pistola quella che sento.-
La volontà di Sam Wilson cede alla
minaccia ai suoi cari ed anche, ammettiamolo, ai suoi impulsi primari e su
quanto accade in seguito caliamo un discreto sipario per riaprirlo un po’ di
tempo dopo sui nostri due protagonisti sdraiati nudi sul letto.
-Pensavo di farti
uccidere alla fine… dopo aver recuperato le casse...- dice Lotus con voce
tranquilla -… ma dopo la nostra… rimpatriata ho cambiato idea… in nome dei
vecchi tempi.-
-Ah… immagino di
doverti ringraziare.- risponde Sam -Ma come fai ad essere sicura che non ti
denuncerò una volta libero?-
-Anche se lo fai,
sarebbe la tua parola contro la mia… e quella di almeno due dozzine di
testimoni disposti a giurare che né io né Geoffrey e Janet ci siamo mai mossi
da Los Angeles in questi giorni. Non lascio mai niente al caso.-
Un interfono ronza e si ode la voce
di Geoffrey Wilder:
<<Il carico è
completato, Lotus. Siamo pronti a partire.>>
-Arrivo
immediatamente.- risponde lei balzando a sedere ed afferrando i pantaloni
lasciati su una sedia.
In quel momento un’esplosione scuote
il piccolo yacht.
-Siamo attaccati!-
esclama Lotus.
Ma da chi? Si chiede Sam.
Lo scudo fa una parabola verso la
donna che si fa chiamare Poison ma lei semplicemente scompare.
-Perché mi
attacchi?-
La voce viene dalle sue spalle. Odio
il teletrasporto, pensa Capitan America.
-Hai cominciato tu
per prima.- ribatte e si china giusto in tempo per evitare lo scudo che è
tornato indietro ed ora colpisce Poison al plesso solare.
Un colpo del genere avrebbe steso un
bel po’ di avversari ma la donna si rialza quasi immediatamente. Resistenza e
probabilmente superforza. Ho tutte le fortune, pensa Liz. Scagliandosi su di
lei e cominciando a colpirla.
Poison la respinge facendola cadere
sul pavimento del motoscafo-
-Te lo chiedo
ancora…- le dice -… perché mi attacchi? Io non ho fatto alcun gesto ostile nei
tuoi confronti.-
Parla un Inglese molto formale e con
un chiaro accento cubano. Sembra sincera. Non sarà uno di quei casi in cui c’è
un fraintendimento tra supereroi che erano tanto frequenti in passato? Dovrà
ricordarsi di controllare il database dei Vendicatori più spesso. Di certo a
Steve Rogers queste cose non sono mai capitate.[2]
-Forse ho agito
troppo in fretta e me ne scuso.- dice Liz tendendo la mano a Poison che la
stringe.
-Stavo seguendo un
gruppo di gangster agli ordini di Slug.- spiega Cecilia Cardinale.
-Slug? Ho sentito
parlare di lui ma credevo che fosse in carcere.-
-Il carcere non è
abbastanza per fermare uno come lui. Credevo di averlo ucciso tempo fa[3]
ma evidentemente la sua strana fisiologia l’ha protetto.-
La presenza di uomini di Slug
proprio qui e adesso non può essere casuale: sono alleati di Lotus Newmark o
suoi nemici?
La risposta arriva pochi attimi dopo
sotto forma di scariche di mitragliatore. Lo yacht di Lotus è sotto attacco.
Cap si rivolge a Poison:
-Che ne dici di
collaborare?-
Lotus raggiunge il ponte mentre si
sta ancora allacciando la camicetta al seno.
-Che diavolo sta
succedendo?- chiede con evidente rabbia nella voce.
-Ci stanno
attaccando da quei motoscafi e stanno usando anche le granate.- risponde
Geoffrey Wilder mentre spara a raffica contro gli avversari -Abbiamo appena
respinto un abbordaggio ma loro sono più di noi e non so se ce la faremo
ancora.-
-Slug.- borbotta
Lotus -Questa deve essere opera sua. Vuole il nostro carico.-
Alle sue spalle arriva Sam Wilson
che si è appena rivestito. Bel momento per trovarsi nel bel mezzo di una guerra
tra gangster. Se solo avesse accesso al suo equipaggiamento da Falcon potrebbe
fare qualcosa.
In
quel momento sul ponte appaiono Capitan America e Poison proprio mentre degli
uomini provano a salire a bordo.
Cap
è svelta a disarmarli con un colpo di scudo. Poi gli uomini cadono a terra in
preda ad atroci dolori.
Poison
sorride soddisfatta e Liz capisce il perché del suo nome.
-Vado sull’altra
barca.- dice volando fuori bordo.
Cap non ha il tempo di replicare ma
solo quello di rendersi conto di essere circondata da uomini armati.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Davvero poche note stavolta:
1) Poison, alias Cecilia Cardinale, profuga cubana in
Florida, è un personaggio inventato da Steve Gerber & Cynthia Martin ed
apparso per la prima volta su Web of Spider Man Annual #4 del 1988. Ha
acquisito superpoteri grazie ad una breve simbiosi con un essere alieno,
presumibilmente di sesso femminile, di nome Ylandris. Ha un figlio di cinque
anni circa, Carlos, avuto da un militare russo distaccato presso l’Ambasciata
del suo paese a Cuba che poi si è rifiutato di riconoscerlo. È la supereroina
residente di Miami e Slug è il suo nemico principale.
2) Per chi non lo sapesse, Slug, il cui vero nome è Ulysses
X. Lugman, è il capo del crimine organizzato della Florida. È così
incredibilmente grasso che non può muoversi con le sue gambe ma deve usare una
speciale sedia a rotelle. Si dice che la sua condizione sia dovuta ad una
mutazione simile a quella di Blob.
Nel prossimo episodio: Capitan America tra due fuochi,
Poison scatenata e Patriot contro i Figli del Serpente… per tacere del Comandante
America,
Carlo